COME RIDURRE LE STEREOTIPIE VOCALI IN STUDENTI CON AUTISMO
La stereotipia vocale è un comportamento ripetitivo, definito come “ogni suono o parola ripetitiva prodotta da un apparato vocale dell’individuo che viene mantenuto da un rinforzo non sociale” (Lanovaz & Sladeczek, 2012). Può includere il comportamento di mormorare, l’emissione di rumori ripetitivi o copioni di film. Quando si verifica frequentemente, può ostacolare l’apprendimento, escludendo lo studente da opportunità di acquisire abilità funzionali disponibili nell’ambiente naturale. La stereotipia vocale, però, come altri comportamenti mantenuti dal rinforzo automatico, è di difficile trattamento a causa dell’arduo controllo dell’accesso e trattenimento della conseguenza sensoriale da esso prodotta (Vollmer, 1994).
L’interruzione della risposta e reindirizzamento (RIRD) è il più comune intervento per la diminuzione delle stereotipie vocali (e.g., Ahearn, Clark, MacDonald, & Chung, 2007; Dickman, Bright, Montgomery, & Miguel, 2012; Love,
Miguel, Fernand, & LaBrie, 2012). Per la sua implementazione, il caregiver utilizza un minimo di tre richieste per l’emissione di una risposta vocale da parte dello studente (in genere ecoici di parole o risposte intraverbali) al fine di interrompere la produzione delle stereotipie vocali. Il caregiver inoltre, rinforza appropriate vocalizzazioni e richieste che si verificano in assenza di stereotipie vocali.
Shawler et al. (2020) hanno effettuato un confronto tra gli effetti riduttivi del RIRD e gli effetti dell’utilizzo di oggetti concorrenti (sia che producono suoni o non) sulle stereotipie vocali esibite in due bambini con ASD (American Psychiatric Association, 2013). Oggetto concorrente sta ad indicare che l’utilizzo dello stesso compete con l’emissione della stereotipia (Piazza et al., 1998). Entrambi gli studenti avevano un repertorio ecoico generalizzato, abilità che è stata utilizzata nella fase RIRD. Prima di procedere con l’intervento è stato effettuato un competing items assessment, in cui lo sperimentatore ha classificato gli oggetti in base all’alta concorrenza (con un elevato utilizzo e una bassa emissione di stereotipie vocali) e alla bassa concorrenza (con uno scarso utilizzo e un’alta emissione di stereotipie vocali). La prima variabile dipendente è stata la percentuale di stereotipie vocali, nella forma di qualsiasi suono non contestuale o non funzionale. La seconda variabile dipendente è stata la frequenza di vocalizzazioni appropriate, nella forma di richieste intellegibili, etichettare, cantare e fare domande.
Nella condizione di baseline, lo sperimentatore ha presentato un oggetto a bassa concorrenza e non ha fornito conseguenze alle vocalizzazioni appropriate o alle stereotipie.
Nella condizione di intervento con oggetti concorrenti, lo sperimentatore ha presentato un oggetto ad alta concorrenza ed ha rinforzato tutte le vocalizzazioni appropriate. Nella condizione di intervento con il RIRD, invece, lo sperimentatore ha consegnato un oggetto a bassa concorrenza, e in presenza di stereotipie ha bloccato l’accesso all’oggetto e ha presentato richieste ecoiche. Dopo che il partecipante ha risposto correttamente con tre ecoici consecutivi, in assenza di stereotipie vocali, lo sperimentatore ha dato nuovamente l’accesso all’oggetto per il tempo restante della sessione, rispondendo ad eventuali vocalizzazioni appropriate.
I risultati dell’intervento hanno mostrato che gli oggetti concorrenti con suoni hanno prodotto una riduzione significativa delle stereotipie, cambiamenti non ottenuti invece, con gli oggetti concorrenti senza suono. Il RIRD, oltre a portare ad una riduzione delle stereotipie, ha aumentato le vocalizzazioni appropriate in misura maggiore rispetto agli oggetti concorrenti. Questi risultati suggeriscono che il RIRD e oggetti concorrenti con suoni sono metodi efficaci per ridurre le stereotipie vocali.
McNamara et al. (2019) ha valutato gli effetti del RIRD e del costo della risposta con oggetti non concorrenti, sia in modo indipendente che congiunto, al fine di ridurre la stereotipia vocale. Lo studio è stato condotto su tre partecipanti con autismo.
La variabile dipendente utilizzata è stata la percentuale delle sessioni con stereotipie vocali. Nella fase iniziale è stato svolto un preference assessment, dove sono stati identificati gli item preferiti, e un competing items assessment, dove sono stati valutati e selezionati gli item che non hanno diminuito i livelli di stereotipie vocali. Infine sono stati identificati i target da utilizzare durante l’implementazione del RIRD.
Durante la baseline, non è stato fornito nessun gioco o conseguenza alla stereotipia, mentre nella baseline con oggetto è stato incluso un gioco altamente preferito, per valutare se quest’ultimo potesse concorrere con l’emissione della stereotipia.
Nella condizione di costo della risposta (CR) il partecipante ha avuto accesso al gioco, e contingentemente alla stereotipia vocale, il gioco è stato rimosso per 10 secondi. Se il partecipante continuava ad emettere la stereotipia, l’intervallo veniva ripristinato di 10 s. Nella condizione di RIRD, il partecipante non ha avuto accesso al gioco e contingentemente alla stereotipia vocale, lo sperimentatore ha interrotto la sua produzione, chiedendo di rispondere a 3 istruzioni, in assenza di stereotipie. Nella condizione RIRD e CR, il partecipante ha avuto accesso continuo al gioco e contingentemente alla stereotipia vocale, il gioco è stato rimosso e il RIRD implementato. Ultimato il RIRD, il gioco è stato restituito al partecipante.
I risultati dello studio hanno indicato che tutti e tre gli interventi possono essere efficaci nella riduzione della stereotipia. Inoltre, il pacchetto di intervento costituito dal costo della risposta e RIRD ha portato a una diminuzione più immediata in tutti e tre i partecipanti.
Ozlem Toper‐Korkmaz et al. (2018) hanno valutato l’efficacia del RIRD associato alla rimozione di un gioco e se il RIRD con una sola istruzione (RIRD 1) è una valida alternativa a tre istruzioni (RIRD3).
Le variabili dipendenti sono state la percentuale di stereotipie vocali, di vocalizzazioni appropriate e di risposte corrette alla procedura del RIRD. Gli studenti hanno in repertorio l’abilità intraverbale, ecoico e tact, utilizzati per la procedura di RIRD; inoltre è stato compiuto un preference assessment per identificare due/tre stimoli preferiti.
Durante la baseline vi sono state due condizioni. Nella prima, senza rimozione del gioco, il terapista non ha fornito conseguenze programmate alle stereotipie vocali. Nella seconda, con rimozione del gioco, il terapista contingentemente alle stereotipie vocali ha rimosso il gioco per 15 s, restituendolo solo al termine delle stereotipie. In entrambe le condizioni, alle vocalizzazioni appropriate dello studente, il terapista ha fornito attenzione.
Durante l’intervento, nella condizione di RIRD 1 senza rimozione, a seguito dell’emissione della stereotipia vocale, il terapista ha presentato l’SD per evocare un tact o intraverbale vocale. Il terapista ha continuato il RIRD fino all’emissione della risposta corretta dello studente in assenza di stereotipie vocali. Nella condizione di RIRD 1 con rimozione, il terapista ha rimosso il gioco all’inizio della sequenza RIRD e dopo l’emissione della risposta corretta, il terapista ha riconsegnato allo studente il gioco e una lode. La condizione di RIRD 3 di rimozione e senza rimozione, segue la stessa procedura del RIRD 1, ma con l’emissione di 3 risposte corrette consecutive in assenza di stereotipie vocali.
I risultati dello studio hanno mostrato che la rimozione del gioco riduce le stereotipie vocali a livelli sufficientemente bassi per due partecipanti su tre. Da ciò si evince che l’effetto di riduzione del RIRD, riportato in ricerche precedenti, possa essere parzialmente dovuto all’inclusione della rimozione contingente del gioco. RIRD 1 si è dimostrato efficace per tutti i partecipanti suggerendo che le variazioni meno intensive del RIRD sono un’opzione valida di trattamento per le stereotipie vocali e che dovrebbe essere considerata prima di utilizzare variazioni più intense.
Bibliografia
Ahearn, W. H., Clark, K. M., MacDonald, R. P., & Chung, B. I. (2007). Assessing and treating vocal stereotypy in children with autism. Journal of applied behavior analysis, 40(2), 263-275.
American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5®). American Psychiatric Pub.
Dickman, S. E., Bright, C. N., Montgomery, D. H., & Miguel, C. F. (2012). The effects of response interruption and redirection (RIRD) and differential reinforcement on vocal stereotypy and appropriate vocalizations. Behavioral Interventions, 27(4), 185-192.
Lanovaz, M. J., & Sladeczek, I. E. (2012). Vocal stereotypy in individuals with autism spectrum disorders: A review of behavioral interventions. Behavior Modification, 36(2), 146-164.
Love, J. J., Miguel, C. F., Fernand, J. K., & LaBrie, J. K. (2012). The effects of matched stimulation and response interruption and redirection on vocal stereotypy. Journal of Applied Behavior Analysis, 45(3), 549-564.
McNamara, K., & Cividini‐Motta, C. (2019). Further evaluation of treatments for vocal stereotypy: Response interruption and redirection and response cost. Behavioral Interventions, 34(2), 181-197.
Piazza, C. C., Fisher, W. W., Hanley, G. P., LeBlanc, L. A., Worsdell, A. S., Lindauer, S. E., & Keeney, K. M. (1998). Treatment of pica through multiple analyses of its reinforcing functions. Journal of Applied Behavior Analysis, 31(2), 165-189.
Shawler, L. A., Dianda, M., & Miguel, C. F. (2020). A comparison of response interruption and redirection and competing items on vocal stereotypy and appropriate vocalizations. Journal of applied behavior analysis, 53(1), 355-365.
Toper‐Korkmaz, O., Lerman, D. C., & Tsami, L. (2018). Effects of toy removal and number of demands on vocal stereotypy during response interruption and redirection. Journal of Applied Behavior Analysis, 51(4), 757-768.
Vollmer, T. R. (1994). The concept of automatic reinforcement: Implications for behavioral research in developmental disabilities. Research in Developmental Disabilities, 15(3), 187-207.
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Scritto da: Dott.ssa Cristina Citerei
La Dott.ssa Cristina Citerei è Psicologa ed Analista del Comportamento con certificazione BCBA. Collabora con l’Associazione Alba Onlus di Pescara, come terapista e supervisore di programmi di intervento ABA. Ha presentato contributi in conferenze nazionali e riviste del settore. I suoi maggiori interessi sono l’analisi e l’insegnamento del comportamento verbale e delle abilità sociali.