UN’INTERPRETAZIONE COMPORTAMENTALE DELL’ESTETICA
David C. Palmer si propone, in questo studio, di spiegare in termini esclusivamente comportamentali come l’estetica in letteratura dipenda, almeno in parte, dall’interazione tra fonti di controllo multiple. L’ispirazione nasce da un precedente articolo di Francis Mechner riguardante la stessa tematica. Partendo dalle considerazioni di Skinner in merito ai possibili effetti di un testo su un lettore, Palmer suggerisce che per poter affermare l’esistenza della bellezza estetica in un’opera scritta, bisogna che essa soddisfi tre condizioni:
- Il testo sfrutta fonti di controllo multiple che aumentano la forza di una risposta (o di più risposte), vale a dire la sua probabilità di emissione.
- Questa risposta precedentemente era sotto un controllo incompleto, perché aveva una bassa probabilità di emissione.
- La stessa infine, una volta emessa, evoca una serie di comportamenti.
La caratteristica saliente dell’esperienza estetica in letteratura, pertanto, è rappresentata dalla formazione di comportamenti più forti rispetto ad un comportamento iniziale molto debole. Quello che Mechner, nella sua ricerca, chiamava “sinergetic brew” e che conduce al concetto di controllo multiplo. Successivamente vengono presentati esempi e non esempi, partendo dalla poesia, e in particolare dal “Cymbeline” di Shakespeare: Palmer sottopone all’attenzione del lettore un esame delle proprietà e delle variabili di controllo di alcuni versi. Le componenti prese in considerazione sono, nell’ordine, una risposta sotto il controllo multiplo, la fonte della risposta del lettore (quindi in questo caso lo stimolo testuale), una fonte di controllo principale senza la quale la risposta perderebbe il suo significato e le fonti di controllo secondarie che possono essere a livello tematico e formale. La bellezza estetica del “Cymbeline” dipende appunto dall’interazione delle fonti di controllo multiple. Inoltre la scelta di quest’opera di Shakespeare non è casuale, in quanto è stata scritta proprio con il dichiarato intento di mescolare e sovrapporre l’episodio storico alla novella, essa è il frutto di un lavoro di montaggio e di intarsio che si collega perfettamente ad una complessa interazione tra variabili.
Un secondo esempio fornisce una sorta di esperimento naturale nell’estetica letteraria, in quanto vengono messe a confronto due traduzioni dello stesso passo della Sacra Bibbia: quella classica di King James e quella più moderna della New Living. In genere le traduzioni bibliche seguono tre metodi diversi : parola per parola, significato per significato e parafrasi. La versione di King James presenta una traduzione letterale, mantenendo le parole nello stesso ordine e riportando approssimativamente una parola per ogni parola della lingua originale. La versione della New Living, con l’ obiettivo di far capire a tutti il linguaggio della Scrittura, presenta una traduzione parafrasata, in cui il significato di un passo viene interpretato da chi lo traduce. In termini comportamentali questa differenza tra i due tipi di traduzione risiede nei criteri citati all’inizio: nella versione di King James sono soprattutto le immagini vivaci create con le parole ad aumentare la forza di emissione di una risposta che a sua volta evoca una serie di comportamenti conseguenti . La fonte di controllo formale (rappresentata dalla metrica e dal ritmo) inoltre, fa sì che ogni immagine successiva acquisisca forza prima ancora che le parole siano lette.
L’ultimo esempio prende in disamina la poesia di Emily Dickinson “The snake” : essa presenta importanti fonti di controllo multiplo che mostrano l’aumento graduale della forza della risposta fino all’immagine finale. La divisione metrica delle prime strofe, infatti, sembra quasi divertirsi a descrivere le caratteristiche del serpente, il suo inaspettato apparire, l’immagine dell’erba che si divide come fosse pettinata per richiudersi subito dopo. Nella strofa centrale c’è l’incontro con il serpente che si allunga e si rinserra, metafora della sua natura inafferrabile. L’ardita immagine del verso finale (la fonte di controllo principale) evoca i sentimenti di paura e repulsione comunemente associati a questo animale.
Per quanto riguarda la prosa l’esempio riportato è un passo tratto dal “Walden” di Thoreau in cui il lettore è completamente trasportato dalle sensazioni dell’autore: dal linguaggio e dalle espressioni traspare chiaramente un senso di benessere e tranquillità. E’ per questo motivo che Palmer afferma come la bellezza di questo testo lo renda simile ad una vera e propria poesia.
Si rimanda allo studio dell’articolo originale per una analisi approfondita dei concetti accennati con i relativi esempi letterari:
https://link.springer.com/article/10.1007%2Fs40732-018-0306-z
Bibliografia
Palmer, D.C (2018) A Behavioral Interpretation of Aesthetics. Association for Behavior Analysis International (ABAI)
Mechner, F. (2017). A behavioral and biological analysis of aesthetics: implications for research and application . The psychological Record
Akroid, P. (2005). Shakespeare: the biography. London, UK: Chatto & Windus
Johnson, T. H. (Ed.) (1960). The complete poems of Emily Dickinson. Boston , MA: Little Brown
Michael, J., Palmer, D.C., & Sundberg, M. L. (2011). The multiple control of verbal behavior. Analysis of Verbal Behavior, 27, 3-22.
New living translation of the Bible (1996). Carol tream. IL: Tyndale265.
Skinner: B. F. (1957). Verbal Behavior. New York, NY: Appleton- Century-Crofts.
Thoreau, H. D. (1950). Walden. New York, NY: Harper & brothers(Original work published 1854)
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Scritto da: Dott.ssa Chiara Vecchiotti